L’acclamato regista di Crash e Nella valle di Elah, sceneggiatore di Million Dollar Baby, finisce sul banco degli imputati: pare che questo film non sia piaciuto a nessuno, nonostante Russell Crowe ed Elizabeth Banks, un paio di presenze carismatiche (Liam Neeson e Brian Dennehy) e l’apparizione (poche scene) di attrici conturbanti come Olivia Wilde e Moran Atias.
Si tratta di un classico film d’azione, con l’ancor più classica contrapposizione (molto americana) fra individuo e società: convinto dell’innocenza della moglie, per ottenere giustizia il mite professore di letteratura deve infrangere le regole. Lo spettatore (almeno nel mio caso) non può essere altrettanto convinto dell’innocenza della donna; la prova inconfutabile dell’errore giudiziario rimane sullo sfondo, indulgendo al fatalismo.
Remake di un film francese (Pour Elle, diretto nel 2007 da Fred Cavayé); Haggis sposta l’azione da Parigi a Pittsburgh e accentua l’ambiguità della trama (nell’originale, l’innocenza della protagonista era presto evidente).
Qui, le prove contro Lara sono schiaccianti, ma John rimane convinto della sua innocenza. Dopo tre anni di carcere, persa ogni speranza nel sistema giudiziario, decide di organizzare l’evasione della moglie. Un piano folle, ad altissimo rischio fallimento, che mette nel conto di venire uccisi e oltre il quale c’è solo la fuga all’estero, per far perdere le tracce. La verosimiglianza risulta inversamente proporzionale alla produzione di adrenalina: con la sola, breve consulenza di un esperto in evasioni, il mite professore si trasfigura in giustiziere, calcola variabili infinitesimali, sgomina una brutale gang di spacciatori, fa il triplo gioco per ingannare la polizia, impara sul web come scassinare un’automobile con una pallina da tennis… John è così fissato con il suo piano, così pronto a rinunciare a una vita che non comprenda Lara, da non venire distratto nemmeno dall’incontro con la bellissima madre dell’amichetta del figlio.