LA PUNTINA SUL VINILE 35.
Venivano da San Francisco, e fra il 1967 e il ’72 i Creedence si imposero come maestri del ritmo danzante: impossibile ascoltarli senza muovere il corpo.
La loro miscela di gospel e blues, boogie e cajun, soul e rockabilly, affonda nell’anima nera di New Orleans e del Mississipi. Distillarono una raffica di canzoni da tre minuti, Robert Johnson come nume tutelare.
Il settimo e ultimo album ufficiale della band fa capire chi fossero stati, ma il brillante equilibrio degli ingredienti è andato perduto. Intorno a John Fogerty (voce, chitarra, piano, sax e armonica), restano Stuart Cook (basso) e Douglas Clifford detto “Cosmo” (batteria). Tom Fogerty se n’è andato, inseguendo una carriera solista che non lascerà tracce.
La migliore ispirazione è finita, la leadership di Fogerty lascia spazio alle composizioni di Cook e Clifford, ma non è un caso che i migliori episodi (Someday Never Comes, Sweet Hitch-Hiker) portino la sua firma.
Subito dopo, i Creedence si sciolsero, ma la loro influenza è testimoniata dalle decine di film sugli anni Sessanta in cui, immancabilmente, la colonna sonora saccheggia la loro musica.
Daccordissimo con te sui CREEDENCE, semplicemente gli inventori di quello che comunemente gli addetti ai lavori identificano come AMERICANA.
Una miscela bollente di musica nera e country bianchissimo, senza dimenticare che TRAVELIN’ BAND la canzone presente su COSMO’S FACTORY è stata la canzone che ha cambiato la vita di un signore di nome Bruce Springsteen….non so se mi spiego…..
creedence imprescindibili. ho visto fogerty live varie volte, tra cui una indimenticabile al jazz festival di new orleans. salì sul palco anche Springsteen. ho ancora i brividi. da fare ascoltare in tutte le scuole, di ogni ordine e grado, da lampedusa a Vipiteno.