#Brit-Pop 36: Van der Graaf Generator

Intorno al leader – voce e autore dei testi – Peter Hammill (chitarra e pianoforte), suonavano Hugh Banton (Hammond e Farfisa, basso elettrico), Nic Potter (basso), Guy Evans (batteria) e David Jackson (sassofono e flauto). Mi limito a valutare il primo decennio di attività, costellato di gemme come The Aerosol Grey Machine (1969), H to He (70, con la presenza di Robert Fripp), Pawn Hearts (71), Godbluff (75) e Still Life (76). Senza sbagliare un colpo.

Per gli arrangiamenti cupi, introspettivi, a volte angosciosi ma sempre di acuta emotività, qualcuno inserisce i VDGG fra i padri putativi del punk. Preferisco rimarcare la qualità dei singoli membri della band, riscontrabile in episodi laterali come Nadir’s Big Chance e The Long Hello. Ovvio che siano l’epica canora, il pathos e la personalità di Hammill (nemmeno ventenne all’epoca dell’esordio), ad aver imposto un’identità, un senso del discorso.

Pietre miliari: Theme One, Killer, Lemmings, The Emperor in His War-Room, House with no Door, Octopus.

18 risposte a "#Brit-Pop 36: Van der Graaf Generator"

  1. Antonio Gaggera 27 febbraio 2020 / 17:14

    Ho ascoltato alcuni album dei primi ’70: H to He, Pawn Hearts, The Least We Can Do.
    Questi dischi li ho trovati ostici.

  2. Sigfrido Millequadri 27 febbraio 2020 / 17:36

    Sono stati capaci di trovare un equilibrio tra momenti sperimentali più ostici e aperture melodiche. Godettero anche del rispetto dei punk nonostante appartenessero alla generazione precedente di “dinosauri”. Me li aspettavo anche più avanti in classifica.

    Certo che l’esclusione degli Yes è quella che più mi addolora di tutta la classifica. Se come credo Genesis e King Crimson saranno tra i primi 10 e probabilmente vedremo ancora almeno ELP in classifica, allora l’esclusione degli Yes è ancora più dolorosa.

    • Rudi 27 febbraio 2020 / 20:59

      Genesis non nei 10, EL&P poco sopra il ventesimo. Sui King Crimson non ho ancora deciso, ma temo non entrino nei 10 pure loro…

      • Antonio Gaggera 28 febbraio 2020 / 09:35

        E i Bay City Rollers? 😉😉😂😂

  3. metalupo 27 febbraio 2020 / 19:47

    Trovo sconvolgente, a costo di fare il dinosauro trombone, che una volta i dischi in classifica fossero questi.
    Adesso…beh

  4. Sigfrido Millequadri 28 febbraio 2020 / 10:14

    Rudi avevo sovrastimato la tua passione per il progressive. A questo punto provo in ordine sparso a ipotizzare una top 10: Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd, Led Zeppelin, David Bowie, Joy Division, U2, Clash, Cure, Smiths. E poi altri due nomi: King Crimson e Queen.

    • Rudi 28 febbraio 2020 / 17:08

      7 su 10. E l’ottavo te l’ho scritto in risposta a un altro commento. I 2 che mancano hanno come prima lettera una W.

      • Sigfrido Millequadri 28 febbraio 2020 / 18:16

        The Who giustamente! Ma l’altro? Wham, mi pare strano. Waterboys? Wings?

      • Rudi 28 febbraio 2020 / 20:38

        No, no, no. E’ la figura-chiave di Canterbury, fra i 3-4 musicisti più influenti di sempre.

      • Antonio Gaggera 29 febbraio 2020 / 09:19

        Scusate, ho letto dopo il commento di Sigfrido

  5. Masspi 28 febbraio 2020 / 12:42

    Notizia ferale Genesis fuori dai primi 10,pensavo fossi un amante del progressive.Prroprio ieri sera ho visto su rai5 Genesis 1973 e non potevo non esternare il mio disappunto per la tua decisione,penso che Trespass Nursery Foxtrot Selling The Lamb sia la sequenza di album inarrivabile, ci sono almeno 2 albun da 10 e il peggiore vale almeno un 8+(con alcuni brani da 11). Apprezzo i King Crimson ma mai nelle vita meglio dei Genesis.Mi scuso per lo sfogo ma adesso mi sento meglio.

      • Sigfrido Millequadri 28 febbraio 2020 / 14:41

        Condivido. Nella mia personale classifica progressive al numero 1 assoluto (secondi Yes e terzi King Crimson); in questa classifica Brit li avrei messi almeno tra i primi 5 ma comprendo benissimo che per molti possano stare al numero 1. Il pubblico italiano li ha amati più che ogni altro; pensiamo al fotografo Armando Gallo ad esempio che li seguì e immortalò in libri fotografici che ancora fanno sognare.
        Anche Gabriel potrebbe stare molto in alto.

      • Rudi 28 febbraio 2020 / 17:07

        Peter Gabriel sta nei 10.

    • Rudi 28 febbraio 2020 / 17:07

      Nei 10 ho inserito Peter Gabriel.

      • Masspi 28 febbraio 2020 / 18:40

        Apprezzo,ma se a lui aggiungi gli altri 4 la somma aumenta e non di poco.

  6. Sigfrido Millequadri 28 febbraio 2020 / 21:31

    Certo Robert Wyatt!

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