Vero nome, Lucia Borioni, nata a Milano il 28 gennaio 1931. Miss Italia 1947, Lucia Bosè è la più affascinante, fotogenica e conturbante attrice italiana degli anni Cinquanta. Una bellezza inafferrabile, non a caso le fanno interpretare commesse che diventano stelle del cinema, sartine che mangiano il panino sui gradoni di piazza di Spagna, elegantissime donne fatali e sfollate con un unico abitino grigio.
Scritto da Antonioni e sceneggiato da Suso Cecchi D’Amico, Francesco Maselli e Pier Maria Pasinetti, per Lucia Bosè è l’ottavo ruolo in meno di tre anni. Si tratta di uno dei primissimi film – insieme a «Bellissima» di Visconti – in cui viene mostrato il dietro le quinte dell’industria dell’intrattenimento.
A vent’anni, Clara Manni è l’ingenua commessa di un negozio di stoffe, quando viene scoperta da un produttore (Andrea Checchi) che si invaghisce di lei e la porta a Cinecittà. Clara ottiene un buon successo, recitando in pellicole “scollacciate”, dozzinali, coprodotte da colui che l’ha scoperta insieme a Gino Cervi. Ma il suo pigmalione diventa geloso, la chiede in moglie, convoca i genitori e dà loro annuncio, come fosse un fatto compiuto. Di fronte alla stolida felicità di babbo e mamma, Clara non se la sente di buttare tutto all’aria, ma non sospetta che il marito le proibirà di girare i soli film che sa fare, quelli in cui possono rifulgere le sue doti fisiche. Anzi, la costringe a cambiare repertorio, interpretando Giovanna d’Arco in un film da festival che si rivelerà un fiasco, pretenzioso e origine di enormi debiti.
A ventidue anni, Clara Manni è una diva depressa, frustrata, smarrita. Un dongiovanni (Ivan Desny) trova facilmente il modo per farne la sua amante. Lei crede ancora al grande amore, e si prende un ultimo impegno verso il marito: ripianare i debiti, recitando in un film di facile successo. La caduta è irrecuperabile, gli unici ruoli che le offrono sono quelli che disprezza, e si autodistrugge al punto di tornare fra le braccia del suo pessimo amante.
Sguardo magnetico, intrigante, penetrante. Per me la Bergman (mio amore assoluto) italiana
Anche lei ha uno sguardo più magnetico e conturbante che mai: https://wwayne.wordpress.com/2020/04/07/un-amore-proibito/