La signora senza camelie, Michelangelo Antonioni, 1953 [Tv91] – 7

Vero nome, Lucia Borioni, nata a Milano il 28 gennaio 1931. Miss Italia 1947, Lucia Bosè è la più affascinante, fotogenica e conturbante attrice italiana degli anni Cinquanta. Una bellezza inafferrabile, non a caso le fanno interpretare commesse che diventano stelle del cinema, sartine che mangiano il panino sui gradoni di piazza di Spagna, elegantissime donne fatali e sfollate con un unico abitino grigio.

Scritto da Antonioni e sceneggiato da Suso Cecchi D’Amico, Francesco Maselli e Pier Maria Pasinetti, per Lucia Bosè è l’ottavo ruolo in meno di tre anni. Si tratta di uno dei primissimi film – insieme a «Bellissima» di Visconti – in cui viene mostrato il dietro le quinte dell’industria dell’intrattenimento.

A vent’anni, Clara Manni è l’ingenua commessa di un negozio di stoffe, quando viene scoperta da un produttore (Andrea Checchi) che si invaghisce di lei e la porta a Cinecittà. Clara ottiene un buon successo, recitando in pellicole “scollacciate”, dozzinali, coprodotte da colui che l’ha scoperta insieme a Gino Cervi. Ma il suo pigmalione diventa geloso, la chiede in moglie, convoca i genitori e dà loro annuncio, come fosse un fatto compiuto. Di fronte alla stolida felicità di babbo e mamma, Clara non se la sente di buttare tutto all’aria, ma non sospetta che il marito le proibirà di girare i soli film che sa fare, quelli in cui possono rifulgere le sue doti fisiche. Anzi, la costringe a cambiare repertorio, interpretando Giovanna d’Arco in un film da festival che si rivelerà un fiasco, pretenzioso e origine di enormi debiti.

A ventidue anni, Clara Manni è una diva depressa, frustrata, smarrita. Un dongiovanni (Ivan Desny) trova facilmente il modo per farne la sua amante. Lei crede ancora al grande amore, e si prende un ultimo impegno verso il marito: ripianare i debiti, recitando in un film di facile successo. La caduta è irrecuperabile, gli unici ruoli che le offrono sono quelli che disprezza, e si autodistrugge al punto di tornare fra le braccia del suo pessimo amante.

4 risposte a "La signora senza camelie, Michelangelo Antonioni, 1953 [Tv91] – 7"

  1. piero72 2 dicembre 2020 / 20:49

    Sguardo magnetico, intrigante, penetrante. Per me la Bergman (mio amore assoluto) italiana

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