Immigrazione, scuola, pensioni, contratti di lavoro, crisi ambientale, eccetera

Emergenza, “stato di eccezione”: la storia dell’Italia repubblicana è fatta così, costellata di momenti in cui la democrazia viene sospesa per qualche situazione drammatica. E non si può negare che questa, drammatica lo sia. Per la pandemia e la crisi economica, certo, ma anche per il fallimento della politica, che ha oltrepassato le mie più cupe previsioni.

Dunque, diventa impossibile criticare Mattarella, e altrettanto impossibile sembra avanzare qualche dubbio su Draghi. Si consolida la certezza che senza i partiti di massa la democrazia si svuota e rimane solo la forma. Quanto alla qualità della classe dirigente, con il crollo dei partiti sono arrivate le personalità, quelli bravi a comunicare se stessi, capaci di usare i social e intrisi di relativismo al punto da potersi alleare con chiunque: ignoriamo gran parte delle loro convinzioni (non dico idee) fino al momento in cui le rendono esplicite. E ci deludono.

Del resto, può valere anche per Draghi. Nessuno sa cosa pensi di immigrazione, di scuola, di pensioni, di tasse, di contratti di lavoro, di crisi ambientale, eccetera. Lo si prende come il Salvatore della Patria – l’ennesimo – perché sa bene come funziona l’economia turbocapitalista, quella dominata dalla finanza, e negli ultimi anni ha smussato certe asprezze tecnocratiche, mostrando qualche attenzione alla difesa dello stato sociale.

Catapultato a Palazzo Chigi senza aver mai chiesto i voti degli italiani, ci farà sapere nei prossimi mesi cosa pensa di immigrazione, di scuola, di contratti di lavoro, di crisi ambientale, eccetera.

Su quanto è successo nell’ultima settimana, solo un appunto.

Pare chiaro che sia stato Renzi ad aprire la crisi. Ora, persino dentro il suo ex partito, più d’uno scopre che il suo obiettivo era colpire Conte e lacerare l’accordo politico che con estrema lentezza stava saldandosi tra Pd, M5s e Leu. Non ho capito quali speranze si riponessero sull’incarico esplorativo di Fico: forse quei quattro giorni sono serviti a Mattarella – che intanto smentiva – per informare Draghi su quanto stava per assegnargli.
Resta il fatto che Conte e i suoi alleati hanno fallito entrambi gli obiettivi tattici: spaccare Italia Viva e/o imbarcare un’altra decina di “costruttori”.

Fallimento che spiega l’entrata in campo di Draghi, purché non si dimentichi che nessun Salvatore della Patria può fare a meno del Parlamento, e che Conte aveva appena ricevuto la maggioranza assoluta alla Camera e la maggioranza relativa al Senato. Poi, il mandato esplorativo si è chiuso con 4 gruppi a riproporre Conte, e Italia Viva a negargli la fiducia.

Se il centrodestra si asterrà – non vedo come la più ampia porzione possa concedere di più – e il M5s non voterà a favore – con gli inevitabili strappi in un corpaccione impreparato a gestire il consenso ricevuto – i numeri per Draghi mi sembrano altrettanto risicati.

E su un punto mi sento di dare ragione a Giorgia Meloni: se nasce un governo di salute pubblica – i nomi dei ministri saranno un primo indizio per capire cosa pensi Draghi di scuola, di pensioni, di tasse, di contratti di lavoro, di crisi ambientale, eccetera – deve avere una data di scadenza dichiarata a momento dell’atto di nascita. Non oltre marzo 2022.

8 risposte a "Immigrazione, scuola, pensioni, contratti di lavoro, crisi ambientale, eccetera"

  1. calci0mercat0 4 febbraio 2021 / 11:58

    Sarei portato a pensare che Draghi la pensi come Renzi un po’ su tutto.
    Rimango convinto che il piromane Renzi volesse esattamente questo tipo di fuoco, la lettura secondo la quale Draghi sarebbe un pompiere invocato da Mattarella mi sembra un modo per non concedere la vittoria schiacciante a Renzi.
    E non credo che Draghi avrebbe accettato senza una qualche garanzia di poter avere una base importante in parlamento.
    Temo sia stato scelto per decisioni impopolari, imposte da Bruxelles (d’altronde i fondi son tutti vincolati a riforme), che il governo uscente non aveva il manico per far digerire.

  2. antonior66 4 febbraio 2021 / 16:49

    Io non capisco perché un governo che eventualmente faccia bene debba avere una scadenza. Poi mi pare evidente che lo scopo dichiarato di Salvini è che il Presidente della Repubblica venga eletto dal prossimo parlamento e non da questo. Ecco, a me non dispiacerebbe fargli saltare i piani. Ma non è questo il problema principale, il problema è un buon utilizzo dei fondi europei e una buona gestione della pandemia.

  3. Antonio Gaggera 4 febbraio 2021 / 16:51

    L’incarico a Fico è stato richiesto (da Renzi) per far sembrare che era stato fatto di tutto per salvare il governo (la proverbiale foglia di Fico). Il passo successivo, secondo quanto già pianificato a Rebibbia con il famoso detenuto, è stato incaricare Draghi, altra foglia di fico, per assicurare ai riferimenti renziani voce in capitolo nella gestione dei fondi UE.
    Nessuno, neanche quelli che lo applaudono fino a spellarsi le mani, sa come la pensi Draghi. È mia opinione che condurrà una politica di stampo liberista con nessuna attenzione al sociale. Spero che non ci riempia di opere pubbliche faraoniche e inutili, se non dannose, come sicuramente chiederanno i falchi di Confindustria. Sul fronte dei diritti dei lavoratori, non credo si possa fare di più, visto vche ormai sono ai minimi termini. Magari sbloccherà i licenziamenti e frenerà sul salario minimo.
    Mi indispettisce la scarsa resistenza opposta dal PD (ma questo era facilmente prevedibile) e da M5S (che sembrano in procinto di accodardi) e LeU. Non avrei assecondato il genio rignanese e avrei chiesto di votare, costringendolo a ricercare alleanze con i suoi simili di centrodestra o a sparire, cancellato dal voto. In alternativa, e solo considerando lo stato di emergenza, avrei posto un limite temporale al nuovo governo ed il ritorno alle urne il prima possibile, oltre ad un ferreo controllo sui fondi UE.
    Questa la mia personale opinione, con il timore, anzi la certezza, che avremo più ricchezza per pochi e più gatte da pelare per tantissimi.

  4. Francesca70 4 febbraio 2021 / 17:47

    Sta succedendo tutto in modo così travolgente che è difficile capire se l’arrivo di Draghi possa portare i benefici sperati al Paese intero, se lo stesso se sia un “cattolico sociale” o un esponente dei poteri forti. Dai nomi dei ministri -hai pienamente ragione- si può iniziare a intravedere la tendenza di questo esecutivo. Sul campo restano ancora una volta le macerie del centro sinistra, eppure dovrebbe essere questa l’occasione per ripensare a nuovi modelli sociali sostenibili, alla centralità dell’ambiente, del lavoro, per dare nuova autorevolezza alla politica senza farsi trascinare a fondo dal solito neo melodico rinascimentale arabo-fiorentino da strapazzo.

  5. metalupo 4 febbraio 2021 / 19:58

    Intanto non ha nessun tipo di social.
    Già è un successone.

  6. francesco 4 febbraio 2021 / 20:08

    per intanto Renzi vince su tutti i fronti. avrei altre cose da dire, ma aspetto il tuo prossimo post politco.

  7. willerneroblu 4 febbraio 2021 / 20:37

    Meno male che Renzi cè….l’importante è spazzare via la marmaglia attuale!!

  8. Rob Seve 4 febbraio 2021 / 22:49

    Ma un tecnico al potere è veramente capace di prendere decisioni politiche? Una volta investito del potere politico, il tecnico prenderà scelte politiche, scegliere se spostare una certa massa di denaro in una certa direzione piuttosto che in un’altra e da li non si scappa.

    Il consenso politico non è più basato su idee, progetti, valori ma su infatuazioni, slogan, parole d’ordine che sono divisivi e rendono il panorama politico incerto.

    Draghi, come Conte, non proviene dal mondo della politica, ma tutti e due devono gestire una crisi che i leader dei partiti politici sono incapaci di affrontare. La Politica troverà una risposta che la politica dei partiti non riesce a trovare.

    Draghi si dovrà confrontare in parlamento e illustratore le sue scelte politiche che dovranno ottenere una maggioranza.

    Se dovesse formarsi un governo Draghi ci sarà la possibilità di verificare se i tre cavalli di battaglia di Renzi saranno difesi o meno dal suo partito. Il Mes, le poltrone o il nodo della giustizia saranno la cartina di tornasole delle intenzioni di Italia Viva. Ma se una maggioranza allargata ribaltassero queste intenzioni “politiche” ne sarà valsa la pena? Ci sono buone possibilità che non ne esca vincitore.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.