Mi ricordo le uscite spericolate di Garella, le sue respinte con qualsiasi parte del corpo.
mi ricordo
944, mi ricordo
Mi ricordo di aver sempre avuto una forte attrazione per l’estetica delle centrali idroelettriche.
702, mi ricordo
Mi ricordo l’estate in cui prima di scoprire le alghe abbiamo imparato la parola eutrofizzazione.
701, mi ricordo
Mi ricordo che una percettibile sfumatura mi faceva preferire Ellen a Alice Kessler.
699, mi ricordo
Mi ricordo una chiamata a Roma per la quale usai ventuno gettoni del telefono.
698, mi ricordo
Mi ricordo che trovammo Patty Pravo nella sala sotterranea del ristorante cinese vicino al vecchio tribunale.
697, mi ricordo
Mi ricordo che giusto vent’anni fa stavo tornando dalla Patagonia.
696, mi ricordo
Mi ricordo le storie, anzi le favole di Asgard che chiudevano i primi albi italiani del Mitico Thor.
695, mi ricordo
Mi ricordo quando ho cominciato ad aver bisogno di prendere un giorno o due di ferie, così, ogni tanto.
694, mi ricordo
Mi ricordo la lettera di un istituto previdenziale che mi assegnava un rimborso spese per un figlio, Giulio.
693, mi ricordo
Mi ricordo che una volta il rumore della pioggia, di notte, mi aiutava a dormire più profondamente.
692, mi ricordo
Mi ricordo di essere inciampato sull’ultimo dei 128 gradini di un campanile.
Enrico Mattesini, un breve saluto
Tommaso Pellizzari per il Corriere e Luigi Bolognini per Repubblica hanno scritto dell’improvvisa scomparsa, a 59 anni, di Enrico Mattesini, fondatore di Limina.
Luigi e Tommaso l’hanno conosciuto bene, e hanno pubblicato ottimi libri con quella casa editrice; io che pure l’ho conosciuto e ho pubblicato qualcosa, mi sento di aggiungere poche parole al loro ricordo.
Inaugurato nel 1995, il catalogo Limina contiene almeno una dozzina di grandi libri di sport: da La farfalla granata di dalla Chiesa, a La squadra spezzata di Bolognini, da No Milan di Pellizzari a Il calcio sopra le barricate di Caremani, da Ribot e il menalatte di Maietti a Perda il migliore (di Franco Rossi, a sua volta appena scomparso), da Diavoli e pugni di Riccardo Signori all’autobiografia di Roberto Baggio (La porta nel cielo), a Il piccolo aviatore di Andrea Scanzi.
Ma ritengo che il culmine di questa produzione stia negli 11 numeri (2004-10) di «Linea Bianca», rivista di «scienza e cultura calcistica» sul modello delle migliori esperienze europee; una rivista a periodicità variabile, su cui hanno scritto un po’ tutti (da Sconcerti a Beccantini, da Mura a Pastorin…) quelli che pensano al calcio come una variante della letteratura (o viceversa).
Da Arezzo, con pochi soldi e tanta passione, Mattesini ha funzionato da catalizzatore, pubblicando forse troppi titoli, con una bulimia che ne ha un po’ compromesso l’immagine, ma ognuno dei libri di Limina si è sempre presentato ben fatto, curato, con un’attenzione al prodotto ben superiore alla media della microeditoria italiana.
Oltre allo sport, ha tentato di pubblicare anche libri di politica, ma non mi pare sia mai stato baciato dalla grazia del marketing, e ho saputo che alla fine il catalogo è stato ceduto al gruppo Longanesi.
Sono particolarmente colpito dalla morte di Mattesini anche perché grazie a lui incontrai per caso Sepùlveda. E poi, temo che nessuno avrà abbastanza cura per tutto quello che per sua volontà è stato pubblicato.
691, mi ricordo
Mi ricordo, credo fosse il ’74, Meadowlark Lemon in piazza Azzarita con gli Harlem Globetrotters.
690, mi ricordo
Mi ricordo quando sull’autobus capitava di restare sbalorditi per la presenza di un africano o di un orientale.
689, mi ricordo
Mi ricordo un ragazzone che tutte le volte che lo incontravo in ascensore, mi salutava con un sonoro “Buon lavoro”.
688, mi ricordo
Mi ricordo la pista scolastica di salto in lungo e salto triplo, i tigli a destra, il muretto a sinistra.
687, mi ricordo
Mi ricordo che fino a una dozzina d’anni fa non avevo nessuna simpatia per Freddy Mercury e i Queen.
686, mi ricordo
Mi ricordo il treno che finiva a Codigoro e la corriera che finiva a San Prospero.
685, mi ricordo
Mi ricordo quando arrivarono Massimo Moratti e il suo sorriso sghembo.
684, mi ricordo
Mi ricordi gli sviluppi di giornate come questa, cominciata con l’autobus che sbaglia percorso.
683, mi ricordo
Mi ricordo di non aver mai capito se la più bella è Miss Mondo o Miss Universo.
682, mi ricordo
Mi ricordo, ancora prima di essere sposati, che agli amici regalavamo i romanzi doppi.
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