Lo sciacallo [L’Aîné des Ferchaux], Jean-Pierre Melville 1963 [filmTv45] – 6

Un imprevedibile passo falso: definirei così, questo adattamento da un magnifico romanzo di Georges Simenon, con Belmondo, nei panni di Michel Maudet, e Charles Vanel, che incarna il ricco e corrotto Dieudonné Ferchaux. Giustamente, il regista apporta drastici tagli a una trama ricchissima di spunti, salvo aggiungervi un paio di situazioni inconsistenti (vi appare, con un improbabile caschetto biondo, anche una giovanissima Stefania Sandrelli) e un incomprensibile stravolgimento dei luoghi: New York e Louisiana, anziché Normandia e Tropici.
La voce off di Belmondo risulta didascalica, il road movie straniante, il finale debole e contraddittorio. Finisce per smarrirsi il formidabile vitalismo del primogenito dei Ferchaux, un self made man che si sente al di sopra della legge e nel romanzo è mostrato con un che di selvaggio, mentre nel film indossa giacca e cravatta e tiene testa a un consiglio di amministrazione.

Un banchiere parigino, che ha fatto fortuna in Africa ma a cui vengono imputati gravi delitti, fugge negli Stati Uniti insieme a un giovane segretario, ex pugile, ingaggiato quel giorno stesso con un’inserzione pubblicitaria. Per seguire quel miraggio di successo, Michel abbandona senza pensarci due volte la donna che ama. Per conquistare la fiducia del vecchio, il giovane avventuriero compie gesti di insensato coraggio, che presto si capovolgono in affermazioni di superiorità biologica.
In questa coppia senza scrupoli, si sviluppa una relazione di amore/odio, attrazione/repulsione, che si incancrenisce nelle paludi della Louisiana, quando i soldi stanno per finire, insieme alla salute del vecchio, e un omicidio ridefinisce le rispettive parabole esistenziali.

Del romanzo avevo scritto qui