The Queen [id.], Stephen Frears, 2006 [filmTv51] – 6

Mi fa piacere che Helen Mirren abbia sollevato l’Oscar come miglior attrice protagonista, ma la qualità complessiva del film mi è parsa modesta, inferiore a quella della serie televisiva – The Crown -, nella quale Elisabetta II è stata interpretata da Claire Foy e Olivia Colman.

La sceneggiatura di Peter Morgan si concentra in un breve intervallo di tempo, quello che passa dall’insediamento a Downing Street di Tony Blair (2 maggio 1997) e la tragica morte di Diana Spencer (a Parigi il 31 agosto successivo).

Nei panni del segaligno principe Filippo, l’americanissimo James Cromwell, in quelli di Blair quel Michael Sheen che avrebbe dato prove ben più incisive in Frost/Nixon e ne Il maledetto United (altra sceneggiatura di Morgan).

Fasti e retroscena sui Windsor mi annoiano, i motivi di tensione fra Diana e Carlo sono stati raccontati innumerevoli volte, la figura di Elisabetta II era già sollevata su un piedistallo ben prima che arrivasse ai settant’anni con la Corona, che tipo di laburista sia stato Blair lo sapevo da un pezzo… Vediamo la regina e la regina madre, Filippo, Carlo e i due figli ricevere la notizia della morte di Diana a Balmoral, in Scozia, in una delle magnifiche residenze estive. Diana aveva già divorziato, non faceva più parte della famiglia reale, la cerimonia funebre poteva svolgersi in forma privata. Ma Blair e pochi altri intuirono che sulla “principessa del popolo” si sarebbero concentrate tutte le simpatie e sulla famiglia reale tutta l’ostilità. La critica di Frears resta all’acqua di rose, ma sono impressionanti le immagini di fiori, lettere e disegni di bambini ammucchiate davanti a Buckingham Palace, concretizzando una forma di divismo che aveva caratterizzato solo i personaggi del cinema.

“Da quando i sovrani devono mostrare i loro sentimenti?” – si domanda Elisabetta, prima di fare retromarcia. I suoi sentimenti, semmai, li riserva al magnifico cervo abbattuto nei boschi accanto alla sua tenuta scozzese.