Se vince Prandelli è merito di Renzi, altrimenti “modalità finta di niente” e dare la colpa a Balotelli

Non guarderò la partita, per un impegno preso in gennaio, ma non ho difficoltà a confessare che tiferò Uruguay, perché ammiro smisuratamente il loro calcio, la “garra” e la tecnica che li fa andare oltre i propri limiti e farli sembrare una superpotenza anche se hanno meno abitanti dell’Emilia-Romagna. Basti pensare alla trasformazione di Alvaro Pereira, fra il Nerazzurro e la Celeste…
Ora che le congiunzioni astrali e il boom del Costarica fan sì che Italia-Uruguay sia già un dentro o fuori, ammetto che un po’ mi dispiace – il clima da lutto nazionale mi affatica quasi quanto la smodata esaltazione degli Azzurri – ma tiferò comunque per gli uruguagi.

Nazionale-Uruguay-logoTemevo sarebbe successo, perché questo paese è stato calcistizzato da un doppio ventennio (l’Era Fascista prima, Forza Italia poi) e non sembra più esserci la forza degli anticorpi che ti evitano almeno di sfuggire al ridicolo.
Leggo Gianni Riotta («la Stampa») – ennesimo aedo di Matteo – scrivere che la sconfitta col Costarica ha arrecato un grave danno all’immagine dell’Italia nel mondo. Non del calcio italiano, intendiamoci. Dell’Italia tout court. Quella che “cambia verso” (e sta serena). La prova: un tweet dell’arguto portavoce di Renzi. Ricopio la prosa ansiogena di Riotta:
«L’ufficialità del disastro è venuta alle 19.20 quando “nomfup”, nome twitter di Filippo Sensi, arguto portavoce del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ammette sconsolato “Quei momenti in cui non ti senti neanche Ct ma resti appeso lì a una sgomenta speranza”».

L’articolo ha un titolo inequivocabile: “Gli azzurri rottamati dalla Costarica non fanno bene all’immagine del Paese”. E verso la fine sta scritto: «Se quindi alle 19 e 40 il portavoce Sensi twitta di nuovo, ora diplomatico, “Modalità finta di niente” è perché conosce la verità del pallone globale: il successo di un paese al Mondiale contribuisce davvero alla sua immagine».

Ora, tutti sanno dell’amicizia personale fra Renzi e Prandelli, e delle sperticate manifestazioni di sostegno a Renzi che il Ct della nazionale ha inanellato negli ultimi anni. Ora sappiamo che, senza dirlo ma facendolo capire ai suoi, Renzi ha investito potentemente sul successo del nazionale in Brasile, al punto che la sconfitta con il Costarica ha gettato nello sconforto il sig. Filippo Sensi, come ha prontamente intuito l’intuitivo Riotta: «Se il braccio destro del premier della sesta potenza industriale al mondo, presto capo dell’Unione Europea, si sentiva così, figuratevi noi».

Alé Tabarez, alé Pereira, alé Celeste!

l’integrale di Riotta, QUI

15 risposte a "Se vince Prandelli è merito di Renzi, altrimenti “modalità finta di niente” e dare la colpa a Balotelli"

  1. Pasquale Pellegrini 22 giugno 2014 / 12:58

    MI ASSOCIO:ALLA FACCIA DEL PALLONE GONFIATO FIORENTINO E DEL SUO SEGUITO CHE SARA’ INTUITIVO MA PURE SENZA RITEGNO.

  2. francesco071966 22 giugno 2014 / 14:02

    Si puo’ non tifare Italia per tanti motivi, nel mio caso l’antipatia smisurata verso chi l’allena (vedi Lippi), ma tifare contro non l’ho mai capito. Se poi si fa il tifo per l’Uruguay fatta da teste di cazzo come Tabarez, Cavani e quel razzista di Suarez, beh li’ proprio mi sembra incredibile. Detto questo, i mondiali del 2006 li abbiamo vinti con Prodi al governo, ma non mi sembra gli abbian portato bene.

  3. Stefano 22 giugno 2014 / 14:09

    Il calcio dovrebbe essere un gioco. Mai come in quest’ultimo vent’ennio però è diventato specchio della vita politica del paese. L’altro giorno leggevo di come Costarica si sia privato dell’esercito e abbia usato i fondi risparmiati per finanziare istruzione e sanità… per un paese così le vittorie in ambito sportivo hanno il sapore del premio, da noi sanno sempre di “copertura”…

  4. Guido'o 22 giugno 2014 / 17:42

    tirerò anch’io Uruguay per le stesse, identiche, ragioni.
    non c’è nulla di strano nel tifare contro e anzi in questo momento è segno di salute mentale.
    dovesse passare, tiferò per chiunque altro (o quasi)

  5. Dan 22 giugno 2014 / 17:46

    Sciocchezze, davvero sciocchezze. Non credevo si potessero raggiungere tali livelli. Un incattivito e davvero poco lucido Rudi. Che salvo per l’interismo critico.

  6. decima parigi nerazzurra 22 giugno 2014 / 21:21

    no rudi no ! rudi, gli allenatori sono, come i calciatori, semplici accessori della nostra passione…da buon senzabrera sono un tifoso della Celeste ma non al punto da preferirla alla Nazionale…Prandelli non mi è simpatico ma, debbo dire, che poche vittorie dell’Inter mi hanno fatto altrettanto godere che la finale 2006 contro i francesi…ed era la stessa cosa per il 99% degli interisti all’estero, anche se quella squadra era allenata da chi sappiamo…
    Non tiferesti più Inter ci fosse Prandelli come allenatore ? Non l’hai tifata durante la parentesi Lippiana ?

  7. antonior66 22 giugno 2014 / 21:36

    Qui qualcuno é oltre.

  8. segnaleorario 22 giugno 2014 / 22:07

    Tutto riporta: Calciopoli, gli italiani che siamo e il calcio visto non come sport, ma piuttosto come una specie di guerra tribale dove conta sempre e solo annientare il nemico, guarda caso in puro spirito Fiat. Così anche personaggi come Cannavaro e Buffon invece di essere radiati a vita diventano eroi. Eroi dell’Italia che in fondo ci meritiamo.

  9. francesco071966 22 giugno 2014 / 22:17

    Ma che c’entra l’Italia di Lippi, che ho guardato con indifferenza, con questa di Prandelli o ancor peggio con l’Uruguay ??????

  10. Kiil Bill 22 giugno 2014 / 22:31

    Ben detto Rudi.
    E per quanto mi riguarda avrei tifato contro l’Italia pure se affrontava il Burkina Faso.
    Buffon, Chiellini,Bonucci, Il ghanese…bleah…mi viene il vomito solo a guardarli durante l’inno…

    • Rudi 22 giugno 2014 / 22:48

      Solo due precisazioni.
      Ho grande stima di Tabarez.

      Ho stima anche di Prandelli, ma mi ha deluso col codice etico e con l’impostazione su Balotelli.

      Sul tifo contro, i motivi sono infiniti, ognuno ha i suoi, e la meschinità ne fa parte.

      • Tiziano 23 giugno 2014 / 00:53

        Ottimo!

  11. Nino 23 giugno 2014 / 00:41

    Se una qualsiasi affermazione dell’Italia, in campo calcistico, porta all’equazione ‘siccome abbiamo vinto, vuol dire che siamo bravi, il nostro sistema funziona e quindi andiamo avanti su questa strada’, penso che sia legittimo, oltreché automatico, per chi non condivide lo stile di vita che questo Paese si è dato da una trentacinquina d’anni a questa parte, tifare ‘contro’. E sono d’accordo con Guido’o quando parla di ‘salute mentale’ nel mettere in atto quest’atteggiamento. Io, a dir la verità, mi sento un po’ oltre questo stato d’animo in quanto, fregandomene del tutto – mi viene da solo, non ci posso far niente – mi sento emozionalmente distaccato, e mi godo lo spettacolo(le partite, non le dispute come questa, che mi interessano sempre). E’ chiaro che, poi, comprendo appieno lo stato emozionale di ‘decima parigi nerazzurra’ che, vivendo in Francia, mi sembra di capire, ha goduto da pazzi nel 2006 a restituire dal vivo ai francesi il cetriolo che si portava dall’Europeo 2000, moltiplicato per tre.

  12. antonior66 23 giugno 2014 / 08:02

    Quindi dobbiamo sperare che non ci siano mai più Premi Nobel italiani… Pensa se all’estero pensassero che nel sistema educativo italiano ci sia qualcosa da salvare. Oltre oltre.

    • Nino 23 giugno 2014 / 11:13

      No, caro mio, è proprio tutto il contrario: è che per avere un Premio Nobel siamo ‘costretti’ a sperare, vista la penuria. Se solo pensi che Paesi equivalenti al nostro, tipo Francia, Germania e G.Bretagna, ne hanno una quantità superiore da tre a più di cinque volte, ti rendi conto della nostra qualità attuale. Ormai viviamo di ricordi, del nostro passato(che neanche sappiamo conservare visto che ce lo stiamo facendo letteralmente cadere addosso). Ma che c’entra, si dirà, siamo o non siamo la seconda potenza mondiale per titoli vinti nel calcio?! E allora, tutto il resto è noia e vai con la Sfilata…

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.