Wyatt Kahn, da Brooklyn a Trento, confonde i nostri sguardi tra la bidimensionalità del dipinto e le tre dimensioni della scultura

Fino al 2 ottobre, nella sua sede di Trento, il Mart propone la prima mostra europea su Wyatt Kahn, nato nel 1983, a cura di Margherita de Pilati (www.mart.trento.it).

Wyatt Kahn, -Little SqueezeIl titolo della mostra è “Variazioni sull’oggetto”, lo spazio espositivo è quello della Galleria Civica, dove sono allestite una trentina di opere realizzate da Kahn negli ultimi quattro anni.

L’artista newyorkese utilizza tessuti colorati, ricoperti da tele di lino e tesi su telai di legno sagomati, alterna collages e manipolazioni del gesso. La prima caratteristica che colpisce è una tendenziale monocromia.

Anziché tracciare le linee sulla tela, Kahn fa scaturire le forme dalle componenti fisiche dall’opera, cioè dal confine fra un supporto e l’altro.

Sono sculture, ma sono anche dipinti, e viceversa. Minimalistiche allusioni corporee rimandano all’astrazione, alla tensione fra superficie e profondità, alle geometrie esistenziali, come le avrebbe chiamate Battiato.

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