Si sa che il melodramma deve essere eccessivo, esibire sentimenti sopra le righe, personaggi e situazioni ai limiti dell’assurdo, ma solo la presenza della Dietrich evita a questo plot di naufragare miseramente, volendo imporre un ideale ottocentesco di devozione materna, a cui tutto può essere sacrificato (salvo che, prima, la Venere bionda aveva accettato di vivere con un altro uomo, per pagare le spese mediche al marito, gravemente malato).
Nel quarto dei sette film in cui ha diretto la sua musa, Von Sternberg fa leva sul solito triangolo amoroso. Cantante tedesca, Helen si innamora di un americano, una specie di scienziato, e lo segue oltreoceano; l’attore è Herbert Marshall (londinese, 1890, trapiantato a Hollywood, mai un capello fuori posto). Nasce un bambino. Ogni sera, per fargli prendere sonno, i genitori gli raccontano come si sono conosciuti (la scena sul fiume, nel bosco, può aver ispirato Estasi, il nudo di Hedy Lamarr, di poco successivo). L’uomo accusa una grave malattia, derivante dalle radiazioni, per pagargli le cure in Germania la moglie torna a cantare nei night club, dove la vede un affascinante milionario, Nick, cioè Cary Grant, che le offre i dollari per la cura e sei mesi di svago. Ma il marito guarisce, ritorna, capisce tutto. Non sa che Nick è un gentiluomo, si è fatto da parte e sta facendo un lungo viaggio in Europa. Accecato dalla gelosia, vuole togliere alla moglie la custodia del bambino.
La trama si ingarbuglia, sbanda, affastella scene improbabili, finché la Venere è costretta a tornare sul palco e Nick la ritrova…
A Marlene si chiede di passare in pochi minuti da moglie ad amante, da madre amorevole a prostituta. Quando canta, indossando quei magnifici costumi, qualsiasi film acquista senso. Un po’ razzista e tanto kitsch la coreografia in cui esce da un costume da gorilla. Spettacolare l’apparizione in smoking bianco e cappello a cilindro. Ma il moralismo di questa pellicola è quasi nauseante.
Il Cinema Ritrovato 2024
Non uno dei migliori della coppia Sternberg/Dietrich, nonostante la solita magnificenza visiva e al di là di qualche momento rimasto nell’immaginario.
Oggi Shanghai Express, molto meglio, anche se i partner maschili sono debolissimi.
Hai visto, Simone, cos’è capitato a Baggio… La casa ce la ricordiamo bene…
Ciao Rudi, sì. E mi ha colpito molto. Sia per l’affetto per Baggio, sia per i ricordi della giornata che abbiamo passato con lui in quella villa.
Anch’io sono rimasto scosso.
Che giornata!
Uno dei momenti più belli.