Non mi sono annoiato, e non è poi pochissimo. Dipende dall’ottima chimica che si sprigiona fra Cruise e Diaz, quella combinazione di volti e di corpi che era riuscita a salvare persino la prima mezzora di Vanilla Sky.
Stavolta, il regista di Walk on the Line porta Roy e June – con i reciproci, sfavillanti sorrisi – in una specie di parodia lisergica di Mission Impossible. Una commedia d’azione dal buon ritmo, quasi brillante, se non fosse che i dialoghi non sono all’altezza delle vertigini visive.
All’improvviso, un agente segreto (fedele o traditore si vedrà, ma è pur sempre Tom Cruise…) sconvolge la tranquilla esistenza di una Cameron Diaz incredibilmente libera da legami sentimentali.
Colpita dal fascino di Roy e, nonostante i dubbi la sfiorino spesso, June diventa sua complice; da meccanica d’auto d’epoca (persino un po’ tonta) si trasforma in una specie di Nikita bionda, che spara con la mitraglietta come se l’avesse sempre fatto.
Tutti vogliono mettere le mani su una nuova sorgente di energia perpetua. Non c’è tempo per approfondire psicologie. Ogni scena è azione, gli eventi sono incalzanti, adrenalinici, in perenne corsa fra Boston, Salisburgo e Siviglia. Non c’è scena senza almeno uno dei due protagonisti, immagino che sia stata rispettata la contabilità contrattuale, e che entrambi stiano dentro l’inquadratura per l’esatto tempo pattuito.
A rallentare la frenesia, frequenti dosi di narcotico, da cui uno dei due protagonisti si sveglia non sapendo bene dove si trova. Mi ha fatto pensare a Intrigo internazionale, nella scena sul treno austriaco, all’Aereo più pazzo del mondo in quelle girate in volo; ma il riferimento cinematografico con più assonanze è True Lies di David Cameron, con quel marito (Schwarzenegger) che restava sbalordito davanti all’esplicitazione delle insospettabili doti della timida casalinga (Jamie Lee Curtis).
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