Labirinto mortale [The House on Carroll Street] – Peter Yates, 1988 – 7

Manca poco perché lo si possa definire un film notevole. Di ottime scene, ce ne sono almeno tre, a rammentarci che fu Yates il regista di Bullitt e Uno scomodo testimone. Originale la storia d’amore fra Kelly McGillis e Jeff Daniels, sotto il peso ideologico che divise la società statunitense nei primi anni Cinquanta, mentre il maccartismo trasformava in nemici gli alleati di pochi anni prima (e giustificava ogni nefandezza, persino il nazismo, pur di combattere quei nemici). Inoltre, a me pare che entrambi gli attori protagonisti possiedano l’estetica giusta per impersonare figure vissute nel secondo dopoguerra.

Soggetto e sceneggiatura di Walter Bernstein (autentico blacklisted), fotografia newyorkese di Michael Ballhaus, musiche di Georges Delerue. La trama ruota intorno all’immigrazione clandestina dall’Europa e allo scontro fra “agenzie” per la sicurezza nazionale, operanti l’una all’insaputa dell’altra.

Nel 1951, Emily Crane lavora a “Life”, dove seleziona le fotografie, ma viene bruscamente licenziata per non aver collaborato con la Commissione per le Attività Antiamericane. Trova lavoro come lettrice per un’anziana signora (la sempre energica Jessica Tandy) e per caso si imbatte in qualcosa di sospetto, del quale fa parte proprio l’uomo che l’ha perseguitata: ambiguo e cinico “patriota”, questo Salwen è affidato a Mandy Patinkin, scoperto in Ragtime e rivisto, tanti anni dopo, nella serie televisiva Homeland.

Se evitiamo di farci troppe domande sui dilettanti allo sbaraglio che rimangono invischiati in qualche complessa cospirazione e la risolvono con incredibile abilità, il plot fila liscio, con alcuni momenti di acuta tensione. Quando comprende di essere parte di una persecuzione, Cochran, l’agente Fbi incaricato di spiare Emily, non esita a mettersi nei guai.

Emily e Cochran si fiutano, diffidano, si scoprono, rischiano la vita l’uno per l’altro; eppure, rimangono come “acqua e olio”, tranne quando viene buio.

Intorno a Peter Yates

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