Pochissimi superstiti: Barella, Bastoni, Darmian, De Vrij e Lautaro. Che lavoro, di Ausilio e Baccin!
Volendo scegliere le individualità più forti, dalla prima sceglierei Handanovic, Hakimi, Perisic e Lukaku, dalla seconda Calhanoglu, Mkhitaryan, Acerbi e Pavard. Come singoli, resto convinto fosse più forte l’Inter 2020-21, i meriti di Inzaghi mi sembrano derivare anche da questo.
A differenza delle due intermedie, quando l’Inter ha disputato 52 e 57 partite, le due stagioni scudettate vedono un numero di partite assai simile: 48 e 49. Certi confronti numerici risultano immediati. Per esempio, i gol segnati: erano 101, sono di nuovo 101 (a due partite dalla fine). I gol subiti? 48 allora, 28 oggi (ecco la grande differenza, è un dato semplicemente clamoroso).
La mediana di Conte garantì 27 gol: Hakimi 7, Brozovic 2, Barella 3, Eriksen 4, Perisic 5, Gagliardini 3, Vidal 2, Young 1.
Escludendo i rigori di Calhanoglu, anche la mediana di Inzaghi sta già a 27: Frattesi 8, Calha 3, Mkhitaryan 2, Barella 2, Dimarco 6, Dumfries 3, Carlos Augusto 1, Asllani 1, Buchanan 1. Senza Frattesi, che ha lasciato il segno in otto partite diverse, la situazione sarebbe ben peggiore.
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