Un triangolo amoroso: quanti film hollywoodiani si basano su questo semplice schema? A rinnovarlo con leggerezza è un regista in rampa di lancio, che sarà pluripremiato per Un posto al sole e Il Gigante. Lei è Nora, cioè Jean Arthur. I due Lui sono Michael e Leopold, Ronald Colman e Cary Grant.
Nora affitta la sua casa di campagna, il primo cliente è un celebre giurista e professore universitario, che arriva qualche ora prima del previsto, mentre lei si sta occupando di nascondere un evaso, ingiustamente accusato di aver dato fuoco a una fabbrica, nell’incendio sarebbe morto un uomo. Nella bella casa di campagna, comincia il gioco degli equivoci.
A quarantadue anni, Jean Arthur doveva sembrare nemmeno trentenne, una giovane donna indipendente, in attesa del grande amore.
Di anni, Ronald Colman ne aveva cinquantuno e ne erano passati cinque dalla coppia di titoli di maggior successo: Orizzonte perduto e Il prigioniero di Zenda (ma l’Oscar sarebbe arrivato in seguito, per Doppia vita).
Il più giovane è Cary Grant, classe 1904, già due volte diretto da Stevens (Gunga Din e Ho sognato un angelo): supera le mie forze capire perché così pochi credano all’innocenza di Leopold (anzi, come si può credere che Cary Grant possa incendiare una fabbrica?).
Sia Michael che Leopold si invaghiscono di Nora, ma fingono disinteresse e nel frattempo costruiscono una profonda amicizia. Il nocciolo del film sta nel rapporto fra individuo e legge. Non sempre la legge sa difendere gli innocenti, non sempre sa individuare i colpevoli, anche il più strenuo depositario del Diritto – fino ad allora seguace di un’idea astratta della Giustizia – dovrà adottare comportamenti discutibili, pur di arrivare al risultato sperato.
Uscito in Italia come Un evaso ha bussato alla porta, il film fu candidato a sette Oscar, compreso quello per il miglior film, ma non ne vinse nessuno. Alla Columbia Pictures decisero di prevedere due finali, a seconda del pretendente scelto da Nora.
Il Cinema Ritrovato 2024
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